Oria

Guida alla visita di Oria, città fumosa…

La storia del borgo brindisino di Oria, dominato dalla mole del castello e della cattedrale, presenta alcuni interessanti episodi che vorrei qui brevemente raccontare.

Oria

La città fumosa

Fino ad alcuni decenni fa, col calare del sole, i vapori delle paludi circostanti e il fumo dei camini avvolgevano sovente l’abitato. Gli anziani spiegavano il fenomeno con una leggenda probabilmente molto antica; si racconta che i fondatori cretesi decisero di innalzare delle mura ma queste regolarmente crollavano; i sacerdoti dissero che era necessario un sacrificio umano e venne così rapita e sacrificata una bambina; la madre straziata dal dolore lanciò così il suo anatema affinché la città fumasse in eterno così come bruciava la sua collera. Da questa storia il detto ben conosciuto dagli anziani del luogo: “A Oria fumosa ‘ccitera ‘nna carosa, tant’era picciredda, ca si la mintera ‘mposcia” (Ad Oria fumosa, uccisero una bambina così piccola che potevano metterla in una tasca).

Importante centro messapico, Oria fu poi municipio romano. Tra l’VIII e il X sec. d.C., la città raggiunse il suo apice economico e culturale per la presenza di una ricca e colta comunità ebraica.

Porta degli Ebrei - Oria
Porta degli Ebrei – Oria

Dopo il dominio normanno, Federico II di Svevia vi fece erigere una possente fortezza; in questo luogo probabilmente egli attese l’arrivo della seconda moglie Jolanda di Brienne, regina di Gerusalemme (il matrimonio si svolse a Brindisi).

Passata agli Angioini e poi agli Aragonesi, fu nel ‘500 un possedimento della famiglia milanese Borromeo. Nel 1562 infatti Filippo II di Spagna donò la città, elevata al grado di principato, al conte Federico, fratello maggiore di Carlo Borromeo (elevato alla gloria degli altari nel 1610) e nipote di Pio IV; di lì a poco il conte morì e il principato di Oria passò dunque a Carlo.

G.B. Crespi: S.Carlo vende il Principato di Oria
G.B. Crespi: S.Carlo vende il Principato di Oria

Il dipinto qui sopra, realizzato nel 1602 da Giovan Battista Crespi, detto il Cerano, fa parte dei cosiddetti Quadroni di S.Carlo, due serie di tele esposte nei mesi di novembre e dicembre nel Duomo di Milano per celebrarne la vita e i miracoli. Il dipinto raffigura San Carlo che vende il Principato di Oria; in primo piano si vedono diversi facchini che portano sacchi di monete: secondo il racconto agiografico infatti, il Borromeo ne avrebbe ricavato quarantamila scudi, devoluti interamente ai poveri.

Servizio Guida turistica Oria: Angelo Traverso – cell. 3282593030